Giulia Amoretti – Mediazione, Master, Marketing e Media!

Quando ho chiesto a Giulia se potevo intervistarla la sua prima reazione è stata esattamente come me l’aspettavo: «Io? E cosa c’entro io? Cioè intendo, non saprei cosa dirti… in fin dei conti non è che abbia fatto poi così tanto, no?!». Mi ritrovo (dopo qualche insistenza) con in mano quattro fogli formato A4 fitti fitti di informazioni: laurea, master, certificati, corsi, esperienze professionali. Sorrido. Giulia è sempre stata così, si sottovaluta fin troppo. A voi  che state per leggere quest’intervista chiedo perdono anticipatamente: io e Giulia abbiamo studiato insieme alla SSML di Vicenza, ci conosciamo bene, ci vogliamo bene… insomma, qualche sentimentalismo qua e là è assicurato. E non dite che non vi avevo avvisati.

Ma partiamo dal principio. Giulia Amoretti inizia le scuole superiori all’Istituto Cavanis di Possagno (TV) dove studia inglese, spagnolo e tedesco. Il suo percorso si conclude però al liceo linguistico New Cambridge Institute di Romano d’Ezzelino, che lascia in lei la consapevolezza di voler continuare a studiare le lingue, concentrandosi però di più sull’aspetto pratico e non solamente su quello teorico.

Durante il suo percorso scolastico Giulia non si è certo risparmiata: «Alla fine del 3° anno, durante la pausa estiva, ho frequentato un corso d’inglese di tre settimane presso la Atlantic Language School, a Galway, in Irlanda. È stata certamente una delle esperienze più significative che abbia mai realizzato in vita mia. Il confronto con un’altra cultura e l’immersione nella vita quotidiana irlandese mi hanno permesso di diventare indipendente, autonoma e di imparare ad apprezzare le differenze». Non contenta, Giulia frequenta anche corsi di lingua extra-scolastici e ottiene, nel frattempo, sia la certifcazione DELE Nivel Intermedio per la lingua spagnola, sia il First Certifcate in English per la lingua inglese.

Nel 2010, Giulia approda alla SSML di Vicenza, con tanta voglia di fare e un binomio linguistico da scegliere. Se c’è una cosa che non le ho mai chiesto è perché abbia scelto inglese e spagnolo e non inglese e tedesco: «Tedesco lo avevi scelto tu!» mi risponde. Rido di gusto, mi manca studiare con lei e soprattutto la sua sottile ironia. «Ho scelto di proseguire con lo studio della lingua inglese e spagnola semplicemente perché nutrivo e nutro ancora un amore viscerale per queste due lingue», torna seria Giulia, e continua a raccontarmi dei tre anni che l’hanno portata a laurearsi in Mediazione Linguistica. «Mi ha sempre affascinata il mondo della traduzione e anche quello dell’interpretariato, ma ero ben consapevole che la conoscenza delle lingue mi avrebbe permesso di operare anche negli altri ambiti di mio interesse (commerciale, marketing, comunicazione aziendale)». Durante il triennio, Giulia frequenta anche il modulo facoltativo di Editoria, caratterizzato da progetti di traduzione editoriale, tra cui la traduzione di fumetti, brochure d’arte e tie-in, oltre a seminari inerenti al mondo editoriale (traduzione multimediale interattiva per bambini, editing dell’italiano di traduzioni da lingue poco conosciute, diacronia e sincronia nella resa in italiano di testi stranieri, traduzione intralinguistica).

A dicembre del 2014, Giulia presenta le sue due tesi, una dall’inglese e una dallo spagnolo. La tesi di lingua inglese verteva sulla localizzazione di una selezione di pagine estratte dal sito web uffciale dell’Isola di Man http://www.visitisleofman.com/, compito affrontato grazie anche all’utilizzo del CAT tool Wordfast Pro. La tesi di spagnolo era invece incentrata sulla traduzione parziale del testo Venta inteligente – el método de venta neurorrelacional di Néstor Braidot.

Mi ricordo ancora perfettamente la faccia mia e delle mie compagne quando Giulia ci annunciò con orgoglio il testo che avrebbe tradotto. Neuromarketing? Marketing emozionale? Ci venne il sospetto che Giulia fosse impazzita, invece stava semplicemente coniugando i suoi interessi in un unico progetto, con il pieno supporto del suo relatore. «La scelta di questo tema è strettamente legata alla mia passione personale verso il marketing e all’interesse nell’analizzare i meccanismi che si scatenano all’interno della mente del venditore e del compratore durante il processo di vendita. Un brand, per essere effcace, deve lasciare la propria immagine nella mente del consumatore e, al giorno d’oggi, conoscere come il cervello indaga i processi cerebrali riguardanti il comportamento e le decisioni d’acquisto dei consumatori è un fattore determinante». Questa è la rispostina che mi fornisce Giulia, tanto per confermare il fatto che, se intervistata, non avrebbe avuto niente da raccontare.

A Marzo 2015, Giulia affronta e supera il test di ammissione per il Master in Gestione d’Impresa presso la Fondazione CUOA. Il test comprendeva un colloquio conoscitivo, un test logico-matematico e una prova di inglese. Il Master ha una durata complessiva di 12 mesi: 8 mesi di attività d’aula più 4 di stage. Il tutto è finalizzato a fornire una visione organica e trasversale del sistema impresa, sviluppando capacità di analisi, diagnosi e soluzione dei problemi gestionali aziendali in un’ottica del tutto internazionale.

Le chiedo di elencarmi i corsi che ha frequentato, e mi riscopro con la stessa espressione sconvolta di quando aveva annunciato il contenuto della sua tesi di spagnolo: General management, Marketing & Web Marketing, Digital Business, Finance, International Management, Strategic Management, Supply Chain & Operations, Intercultural Management, HR Management, Business Intelligence, Innovation Management, Business improvement, Business tools (Business cases, Business game competition, Business plan, Business Experience), Self improvement. Decido su due piedi che quest’ultimo corso mi serve immediatamente: che io debba aggiornarmi mi diventa chiaro di fronte all’impenetrabile nebbia in cui mi avvolge quest’elenco di insegnamenti a me sconosciuti.

Oltre alle attività d’aula, il Master prevede, come parte integrante del programma formativo, alcuni Project Work della durata di un mese circa, da presentare poi in plenaria di fronte allo staff del master. «Attraverso i Project Work ho potuto allenare la gestione del tempo, la capacità organizzativa, di ascolto e di coordinamento» specifica Giulia. Tra i Project Work che ha seguito direttamente, Giulia menziona la messa a punto di un programma di attività finalizzate alla fidelizzazione dei clienti e visitatori della sede Zonin1821 di Gambellara (museo ed enoteca) e alla trasformazione degli stessi in veri e propri ambassador dell’azienda. Per Pasta Zara S.p.a, invece, l’obiettivo del Project Work era comprendere le metodologie e gli strumenti per la valutazione della performance economico-finanziaria dell’azienda, partendo dalla struttura di bilancio e dai relativi principi contabili. Un altro progetto ancora utilizzava una piattaforma web per valutare la possibilità di gestire operativamente un’azienda virtuale attraverso una completa rassegna delle principali leve operative aziendali.

L’elenco di Project Work è impressionante. Le descrizioni di alcuni sono talmente specifiche che devo ricorrere a dei glossari per capirci qualcosa. Mentre faccio a pugni con concetti come Lean Production o Value Stream Mapping mi sorprendo a riflettere su come un percorso in Mediazione linguistica non debba per forza tradursi nelle professioni di traduttore o interprete. Un mediatore linguistico è pieno di risorse. Giulia ne è la prova. Accanto al suo interesse per il marketing ha saputo coltivare anche l’amore per la traduzione: siti web, brochure e testi di macchinari industriali.

«Durante la preparazione della tesi», aggiunge, «ho iniziato a collaborare per un sito amatoriale di sottotitolazione (fansubbing) di film, documentari e serie TV: www.subsfactory.it. La collaborazione con il sito avviene previo superamento di un test d’ingresso, che ho svolto sia per l’inglese sia per lo spagnolo». Quest’esperienza non ha solamente affinato le capacità traduttive di Giulia, ma ha anche confermato la sua piena attitudine al lavoro di squadra, grazie alla collaborazione attiva tra traduttori e revisori. «Ho avuto inoltre modo di sviluppare capacità tecniche connesse alla traduzione audiovisiva, imparando a utilizzare software open source sia su piattaforma Windows sia su Mac OS X (VSS, Subtitle Workshop o Jubler). Una volta terminato il periodo di formazione, poi, ho potuto insegnare ai nuovi utenti/sottotitolatori come utilizzare i programmi di traduzione e aiutarli a comprendere una serie di norme traduttive da seguire».

Dato che mi resta ancora qualche dubbio sulla pertinenza o meno di quest’intervista, le butto lì un’ultima, innocente domanda: «Progetti futuri?»

«Sto lavorando a un blog personale che ha come tema centrale il digital marketing… Chi l’avrebbe mai detto?» aggiunge sarcastica. «Mi piacerebbe creare un blog che sia un punto di confronto e discussione per crescere sia a livello personale che a livello professionale».

Direi che quest’intervista s’aveva da fare. Dubbi fugati.

In sunto: rileggo più e più volte gli appunti, controllo gli acronimi e le sigle, mi chiarisco (non sempre) termini oscuri. Mi servono settimane per prendere confidenza con quest’intervista, eppure, mi dico, lei è Giulia, abbiamo frequentato insieme la stessa università! Ma è proprio questo ciò che mi affascina di più in ogni intervista. Ogni mediatore linguistico della SSML di Vicenza ha declinato le sue competenze accademiche in molteplici sbocchi professionali e non solo.

Non mi resta che augurare a Giulia di continuare su questa strada, di coltivare tutte le sue passioni così come sta facendo, di aggiornarci sul suo blog e, tempo permettendo… quel corso di Self improvement… ne riparliamo?

di Ilaria Laghetto