Chiara Righele – Learn with Mummy e un prezioso bagaglio di esperienze!

Entro161207_righele_intervista in contatto con Chiara per puro caso. Galeotta fu un’e-mail: “Buongiorno, sono un’ex studente della vostra scuola e attualmente insegnante di inglese per bambini (principalmente 0-6 anni) col metodo Learn with Mummy. Stiamo organizzando uno scambio di libri in lingua…”

Non mi ricordo di Chiara, (I’m a newbie here), ma lei si ricorda della SSML di Vicenza. Non ci metto molto a decidere di strapparle un’intervista.

La voce di Chiara via skype è bella squillante; preparo il mio blocco per gli appunti, e non immagino neanche lontanamente quanta strada ha percorso Chiara conclusa la sua esperienza alla SSML di Vicenza. Il suo è un bagaglio di tutto rispetto, bello zeppo e alquanto variegato.

“Mi sono iscritta nel 1999, dopo essermi diplomata al Liceo Scientifico Niccolò Tron, di Schio” inizia da lì il racconto di Chiara, che ricorda ancora il cambio radicale che si autoimpose in 5ª superiore, “la mia esperienza al liceo è stata tutt’altro che negativa, ma cercavo qualcosa di più pratico e meno teorico, per questo mi sono iscritta alla SSML di Vicenza e ho scelto il binomio inglese e tedesco”. Non ha dubbi sulla sua scelta, “mi sento tuttora un po’ teutonica” mi dice ridendo, “a parte le amicizie in Germania e Austria, scelsi il tedesco perché mi era (ed è) affine, è una lingua che amo molto”. Le chiedo che cosa ha apprezzato di più del suo percorso accademico… “Le mani in pasta” mi risponde, “tradurre è qualcosa di concreto, di pratico, proprio quello che cercavo! Anche il rapporto numerico docenti/studenti mi ha sempre colpita molto. Gruppi piccoli, e la possibilità di instaurare così un ottimo rapporto tra studenti e, perché no, anche con i docenti, per non parlare dell’apprendimento dei contenuti”. Le chiedo un breve commento sul suo Erasmus a Manchester–Salford. “BELLO. Non si può definire in nessun altro modo se non bello, lo rifarei davvero subito. Non è stata un’esperienza fondamentale solo a livello di potenziamento linguistico; mi ha segnata anche a livello personale e culturale. Ti dirò di più”, aggiunge con un po’ di rimpianto, “potessi tornare indietro… altro che gennaio–giugno, resterei là qualche bel mese in più”. Il tema Erasmus le riporta alla mente altre esperienze all’estero. Un’estate a Würtzburg in vacanza studio al primo anno, ragazza alla pari in Germania al secondo anno e un corso individuale sempre a Würtzburg, “e al terzo anno ho seguito un corso di tre settimane al Goethe-Institut di Schwäbisch Hall ”. Mi è subito chiaro quanto abbia lavorato sodo, quanto si sia impegnata.

Mi parla delle sue tesi: la traduzione dall’inglese di The Battle di Richard Overy, un saggio storico sulla battaglia aerea tra Inghilterra e Germania durante la Seconda guerra mondiale e Die gute schlechte Zeit, Erinnerungen an Damals di Oliver Hassencamp, un romanzo storico, sempre ambientato durante la Seconda guerra mondiale, ricco di aspetti culturali specifici e quindi, cosa lo dico a fare, scogli traduttivi belli insidiosi. Si laurea nel 2004 Chiara, con un ottimo 106 e ancora tanta voglia di imparare.

“Avevo già iniziato a lavorare come docente di inglese nelle scuole private del territorio. Erano corsi rivolti ad adulti, realtà aziendali o per gruppi individuali alla sera. Il mio sogno però era quello di fare altre esperienze all’estero, magari come lettrice di italiano. Sia il prof. Mele che il prof. Cavalli hanno cercato di aiutarmi in tal direzione, ma i sovraffollati bandi della Comunità Europea non mi hanno aiutata”.

Chiara decide allora di iscriversi al Master in Traduzione Saggistico–Letteraria all’Università Cattolica di Milano. “Che vitaccia è stata!” esclama Chiara, “lavoravo tre giorni a settimana in provincia di Vicenza, e altri tre giorni me ne stavo a Milano per il master! Fortunatamente rispetto ad altri partecipanti al master che avevano solo competenze linguistiche, io che venivo dalla SSML di Vicenza avevo già dalla mia competenze di mediazione solide”. Quando le chiedo di esprimere un giudizio su questa esperienza mi risponde un po’ rammaricata: “era previsto un tirocinio e i docenti avevano ventilato la possibilità di lavorare per famose case editrici con cui già collaboravano. In realtà, la maggior parte dei partecipanti ha dovuto arrangiarsi. Io mi sono personalmente rivolta alla casa editrice Neri Pozza di Vicenza che mi ha accettata e coinvolta nella revisione bozze.”

“Dopo di che ho lavorato per otto anni per un’azienda metalmeccanica di Caldogno” aggiunge Chiara e io per poco non cado dalla sedia… non è certo rimasta con le mani in mano! “I CAT tools–programmi per la traduzione assistita hanno sempre riscosso il mio più vivo interesse, e proprio in quest’azienda, per cui traducevo manuali, sono riuscita ad applicare le mie competenze in merito, acquisite sia alla SSML di Vicenza che durante il master a Milano”. Chiara mi racconta delle sue traduzioni in inglese e tedesco, e del suo lavoro di coordinamento e supervisione per tutti i manuali in altre lingue, commissionate a un’agenzia di traduzione esterna all’azienda. “Nel frattempo studiavo anche spagnolo”, lo butta lì come se niente fosse, ma stavolta mi sono ben ancorata alla sedia!

Comincio a chiedermi come sia arrivata a insegnare per Learn with Mummy, e inizio anche a pensare seriamente che il suo bagaglio sia più simile alla borsa di Mary Poppins… senza fondo! Ma l’epilogo è dietro l’angolo… Qualche spostamento di settore e taglio causa crisi e il suo lavoro non la soddisfa più così tanto… Nel frattempo Chiara è anche diventata mamma, suo figlio ha un anno e lei… si licenzia! “In quel momento un po’ di stallo vengo a conoscenza del metodo Learn with Mummy”, racconta Chiara. “Mi ero riproposta più e più volte di parlare in inglese al mio bambino, ma da mamma a mamma, lo sai com’è… non sempre si ha il tempo di far tutto quello che ci si prefigge. Così ho deciso di iscrivere me e mio figlio al corso, e lì ho capito che insegnare con quel metodo sarebbe piaciuto anche a me”. Richiesta, colloquio, training et voilà, dal 2015 Chiara Righele è insegnante di inglese col metodo Learn with Mummy a Schio e a Zanè. “Essere sia mamma che insegnante mi aiuta molto”, afferma Chiara, “perché da un lato vivo in prima persona le sfide quotidiane di chi vuole introdurre l’inglese in un ambiente monolingue. Dall’altro, i gruppi di gioco in inglese mi spronano a essere costante nel proporre l’inglese nella quotidianità con mio figlio.” Questo metodo mi incuriosisce, e le chiedo qualche informazione in più. I bambini apprendono grazie a un format narrativo, niente grammatica, niente liste di vocaboli né argomenti. Solo storie, giochi e canzoni. Si utilizzano tematiche legate alla quotidianità, con immagini e gestualità riconoscibili anche dai bambini più piccoli. Il tutto condito da attività ludiche e filastrocche intrise di cultura anglosassone, americana e australiana. “Mi piace davvero tanto questo lavoro”, mi dice entusiasta “a volte è faticoso, anche a livello fisico (i bambini da 0 a 6 anni non ti risparmiano nulla), ma è altrettanto appagante quello che ricevo in cambio”.

Chiara nel frattempo non ha smesso di tradurre manuali, e coniuga queste due realtà lavorative con molto impegno e serietà.

Mi è palese che tiene ancora il suo bagaglio bello aperto, pronta a infilarci dentro qualcosa di nuovo alla prima occasione utile. Le chiedo un ultimo commento sulla nostra realtà, per capire che cosa lega tutte queste esperienze alla SSML di Vicenza, che cosa le rimane del suo percorso qui. “È stata una fase davvero molto importante della mia vita, un progetto in cui ho creduto molto e un percorso che mi è piaciuto davvero tanto. Se dovessi riassumere tutto in un unico commento ti direi che la differenza l’ha fatta l’approccio pratico alla lingua e ai testi, pratico e professionalizzante”. Le mani in pasta, come dice lei…

Mi auguro che Chiara ci tenga sempre aggiornati sulle iniziative Learn with Mummy, e perché no, anche su quello che deciderà di “impastare” in futuro!